
Sono trascorsi più di sei mesi da quando Abiy Ahmed, primo ministro dell'Etiopia, ha inviato l'esercito nella regione del Tigray per eliminare gli ex alleati del Fronte Popolare di Liberazione del Tigray (TPLF). Nel conflitto sono State coinvollte presenti militari della vicina regione di Amhara e dell'Eritrea in appoggio al governo. La guerra non è finita e non è facile capire, a causa di informazioni dirette e indipendenti sufficienti, cosa accade ma sono sicuramente migliaia i morti e circa due milioni di sfollati. Le sofferenze sono su vasta scala e profonde; Save the Children parla anche di circa cinquemila minori separati dai loro genitori. Della crisi umanitaria si è reso conto anche il Presidente USA, Joe Biden che ha chiesto ai belligeranti della regione del Tigray di “dichiarare e aderire ad un cessate il fuoco, e le forze eritree e amhara dovrebbero ritirarsi“. Secondo c'è il rischio concreto di una carestia che coinvolga quasi sei milioni di persone. Sempre il presidente Biden ha parlato di diffusissime violazioni dei diritti umani inclusa la “violenza sessuale” contro le donne.
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