
Bello ed encomiabile il tentativo, ma incompleto e zoppicante il risultato.
Interessante l’idea di lanciare un concerto mistico in onore di Franco Battiato. Chi non è rimasto intrigato e vinto dalle meravigliose composizioni del maestro siciliano? Piene di ironia, di intrecci, di mondi fantastici e suggestioni che travolgono catturandoti. Battiato è sicuramente un mito della musica italiana, e di proposito non ho usato l’aggettivo leggera. In quanto le sue composizioni sono straordinariamente raffinate dal punto di vista della ricerca musicale. La sua visione filosofica è piena di di visioni, di introspezioni e slanci. Fondamentalmente lo sono anche la poetica di Simone Cristicchi e di Amara. Ma proporre un concerto costruito quasi esclusivamente su cover di Franco Battiato mi sembra sinceramente un po’ eccessivo.
Cristicchi ci ha conquistato nel corso degli anni con le sue canzoni. Come dimenticare Ti regalerò una rosa? Ma ancora più belle sono, e poi ognuno scelga la sua perché risuona con lui, le canzoni Io sono un autistico o Genova brucia. Travolgente la rabbia di Genova brucia. È proprio questa rabbia, insieme all’ironia propria di Franco Battiato, che non ho ritrovato in questo tributo.

Non riesco più a concepire un percorso umano in cui la nostra ombra, e le emozioni più vituperate come l’orgoglio, la rabbia, la vanità siano bandite. Al riguardo preferisco molto di più, ad esempio, le parole di Harry Miller con il suo Tropico del cancro e Tropico del capricorno, oppure l’alcolismo benedetto di Charles Bukowski. Entrambi riescono a sfiorare la trascendenza tra una birra e l’altra, tra un amplesso e un bel culo da ammirare.
La rabbia è un fertilizzante, motore e benzina; la rabbia fa crescere, aiuta a comprendere. Un concerto mistico che voglia essere tale, che voglia squarciare il velo di Maya delle apparenze, privandosi e scostandosi da queste passioni rimane necessariamente incompiuto.
Comunque in alcuni momenti il concerto, grazie al duettare tra Amara e Simone Cristicchi, raggiunge vertici interessanti. E i due artisti riescono veramente a parlarci del divino, a farci scoprire quella dimensione sacra che possiamo ritrovare in certi canti religiosi come i canti maroniti di Marie Keyrouz, che parlano al cuore e allo spirito. In questo sono certamente aiutati dalla prestigiosa sezione degli archi e dagli arrangiamenti del maestro Valter Sivilotti al piano. È comunque un peccato che i momenti toccanti siano delle rare perle. Avvolgente, imperiosa, suggestiva a proposito la canzone Sia benedetta di Amara. E non è un caso che più volte gli spettatori hanno sottolineato il proprio apprezzamento con applausi e una standing ovation finale. Segno che il pubblico ha bisogno che in questi tempi opachi si parli di anima, alla nostra anima, di spirito e trascendenza pur esistenti. Ed è comunque importante che non si dimentichi il dialogo con il divino. Purtroppo questo accade in un concerto tutto sommato opaco e a basso regime.
Come ha sottolineato Cristicchi, riportando un dialogo con Franco Battiato, il pubblico di ogni artista è quel pubblico in grado di risuonare con l’artista stesso. Evidentemente i miei strumenti erano scordati e non sono riuscito ad entrare in sintonia. Anche perché gli dei non stanno soltanto in cielo. Gli dei sono anche in terra e hanno familiarità con le nostre passioni.
Gianfranco Falcone
Sala Verdi – Conservatorio di Milano
Torneremo ancora – concerto mistico per Battiato.
Progetto di Simone Cristicchi e Amara, organizzato da International Music and Arts.
arrangiamenti del maestro Valter Sivilotti al piano
E con i solisti della Accademia Naonis di Pordenone
Lucia Clonfero, violino
Igor Dario, viola
Alan Dario, violoncello
U.T. Gandhi, percussioni
Franca Drioli, soprano
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