
La protezione dell'ambiente e una crescita sostenibile restano un obiettivo spesso sulla carta lasciandoci sull'orlo di danni irreversibili. Dopo la scelta in Europa di inserire gas e nucleare come risorse energetiche sostenibili e compatibili con l'ambiente, arriva l'altra finzione in Italia sul fronte delle trivellazioni. Licenziato dal ministero della Transizione Ecologica, il Piano della transizione energetica sostenibile delle aree idonee, per definire un piano regolatore dell'estrazione di idrocarburi. Ebbene pur diminuendo le aree dove ricerca e estrazioni sono possibili di fatto resta l'obiettivo della crescita della produzione nazionale. Detto che le aree escluse sono quelle dove di fatto non si poteva già trivellare come Valle d'Aosta o Liguria, l'intenzione è portare al 10% la produzione nazionale e quindi di che autonomia energetica stiamo parlando se questo fosse l'obiettivo? Di che transizione energetica si tratta? Quindi via ad ulteriore inquinamento di terra e mare con le trivelle e il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ne chiarisce il senso: «possiamo raddoppiare la produzione nazionale di gas in 12-15 mesi e destinare una quota all'industria, con contratti pluriennali a prezzi ragionevoli».
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