Tre modi per non morire di Giuseppe Montesano, con Toni Servillo

Toni Servillo

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Ho avuto l'estremo piacere di assistere ad uno spettacolo con Toni Servillo, Tre modi per morire , , i Greci di Giuseppe Montesano. Perfino io che considero il luogo magico e stimolante del teatro tutt'altro che di casa, non riuscendo quindi sempre a comprendere il vero e pieno significato degli spettacoli, sono riuscita a cogliere il genio sia dell'autore che dell'attore.

Il genio di Montesano per aver composto un testo così audace parlando perfettamente di attualità nonostante storie e citazioni lontane dal nostro tempo quali Baudelaire con il suo amore per Joanne, una donna di colore e del suo bisogno di libertà attraverso soldi, poi politica e rivolte; di Dante, leggendo parte della Commedia facendocene ripercorrere i viaggi  sotto una luce completamente diversa; del mito della caverna di Platone e di quanto i Greci avessero quella conoscenza in più, della loro mancanza di paura per qualunque cosa grazie alla fiamma di conoscenza che nessuno ha mai più avuto.
L'arte di Servillo per essere riuscito a valorizzare un testo del genere, non perdendo mai né intensità né sentimento mantenendo un profondo coinvolgimento, soprattutto nel finale della pièce in cui esalta i Greci, confrontandoli con ciò che siamo noi oggi.

Quando vado a teatro spero sempre che mi venga consegnata, fatta toccare con mano la verità sul mondo, sulla vita, su di me; la soluzione a qualunque problema, il vero senso della vita. Questo, paliamoci chiaro, non succede perché nessuno è in grado di insegnare questo tipo di conoscenza, o almeno non in due ore. Servillo, grazie a Montesano, ci è andato molto vicino.
In quelle due ore circa di spettacolo ci ha guidati per un percorso mentale spronandoci a destarci dal nostro assopimento, da quello che è quasi diventato un letargo o una sorta di brutta copia della bellezza, dell'amore, della poesia, dei valori. Il testo non dice niente di meno del vero, qualcosa che quasi tutti noi in fondo sappiamo, ma l'attore ce l'ha quasi sbattuto in faccia, tanto da sembrare che anziché recitando, ci stesse tirando un forte scossone.

Giuseppe Montesano e Toni Servillo
Giuseppe Montesano e Toni Servillo foto Salvatore Di Vilio

Ho amato tutto, frasi, interpretazioni, pause… l'amore di Baudelaire per Joanne, il descrivere le sue labbra come qualcosa di così bello e perfetto e sensale, da avere il potere di risvegliare i morti, le sue forme, i suoi occhi. Mi ha affascinato la descrizione dell'amore che non ha fatto in tempo a diventare amore erotico di Dante per Beatrice che per lei entra vivo in paradiso, del suo evocare non Dio, non Cristo, ma Apollo, un dio selvaggio che mentre uccide canta, per avere la forza di raccontare tutto ciò che aveva visto. E poi quel modo di Servillo di allontanarsi fisicamente dopo aver parlato, verso uno schermo fatto di sola luce, dandoci l'opportunità di riflettere, di inglobare, il significato di quanto appena detto, riuscendo a mantenere un'atmosfera carica di intensità e significato.
Camilla Rusconi

Piccolo Teatro Studio Melato – Milano
11 gennaio – 22 gennaio 2023
Tre modi per non morire
Baudelaire, Dante, i Greci
di Giuseppe Montesano
con Toni Servillo
luci Claudio De Pace
coproduzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d'Europa, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini

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