Turchia, UE e Italia: caos e nulla di nuovo a Bruxelles

UE bandiera
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Le relazioni tra Turchia da una parte UE e l’Italia dall’altra sono in fibrillazione. Erdoğan va dritto sulla sua strada dalla negazione dei diritti fondamentali agli interventi egemonici all’estero. L’UE continua ad andare in confusione. Errori che vengono da scelte errate in passato, dalla natura stessa dell’Unione e anche da una leadership non all’altezza (vedi il caso dell’Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell a Mosca).
Adesso la von der Leyen, complice un protocollo accettato dai diplomatici UE e un presidente del Consiglio europeo, Michel a dir poco imbarazzante, lasciata in un angolo durante l’incontro tra le parti. Nel frattempo Draghi definisce «dittatore» Erdoğan, creando ulteriore confusione a Bruxelles e alzando il livello conflittuale con Ankara che chiede scuse ufficiali e, nel frattempo, blocca la chiusura di un contratto con la società Leonardo. Il fatto è che come ha detto lo stesso Draghi bisognerà parlarci e vedrete che invece di impostare la politica estera europea su altri binari provvederemo a rinnovare l’accordo da 6 miliardi di euro sottoscritto con la Turchia nel 2016 per contenere i flussi di migranti provenienti dalla Siria. Invece di iniziare a risolvere i problemi all’origine continuiamo con soluzioni che hanno gambe corte e lasciano Erdoğan in una posizione di vantaggio per le sue politiche autoritarie all’interno e all’estero.

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