
In occasione del ventennale dell'euro a Strasburgo il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker parlando della crisi sui debiti sovrani ha avuto modo di dire che «c'è stata una austerità, forse un po' avventata, ma non certo perché volevamo colpire chi lavora o chi è disoccupato. Le riforme strutturali continuano a essere fondamentali» e poi «mi sono sempre rammaricato di una mancanza di solidarietà nei confronti della crisi greca: non siamo stati sufficientemente solidali con la Grecia».
Egregio signor Presidente è troppo tardi ora e poi sapeva bene, insieme a tutti coloro che hanno preso le decisioni, che si sarebbero colpiti i lavoratori e i disoccupati. I ravvedimenti o le scuse hanno un senso quando le politiche cambiano strutturalmente, ma non mi pare sia avvenuto visto il sentimento e le condizioni di molta parte dei cittadini europei. E visto l'esplodere di sovranismi fascistoidi.
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