Un bel mattino di Mia Hansen-Løve: un film irrisolto

Léa Seydoux e Camille Leban Martins in Un bel mattino Mia Hansen-Løve
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La regista e sceneggiatrice francese Mia Hansen-Løve è un’autrice molto amata dalla critica cinematografica internazionale e i suoi film hanno ricevuto spesso premi e riconoscimenti.

Basterà ricordare il premio speciale della giuria per la sezione Un certain regard al Festival di Cannes 2009 assegnato al suo secondo lungometraggio Le Père de mes enfants; la menzione speciale attribuita alla sua terza opera Un amour de jeunesse al Festival di Locarno 2011; l’Orso d’argento vinto nel 2016 come miglior regista al Festival Internazionale del Cinema di Berlino per il film L’Avenir.

Mia-Hansen-LØve©️Judicaël-Perrin
Mia-Hansen-LØve©️Judicaël-Perrin

Anche questa sua ultima opera, Un bel mattino (Un beau matin, titolo originale) presentata alla Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2022, è stata accolta molto positivamente dal pubblico e dagli addetti ai lavori presenti al Festival e ha vinto il premio Europa Cinema Label assegnato dagli esercenti cinematografici provenienti da tutto il continente. Debbo subito confessare che non comprendo appieno le ragioni di tanto entusiasmo.

Il film ci mostra la vita di Sandra, giovane traduttrice e interprete, vedova da cinque anni, che vive a Parigi destreggiandosi tra gli impegni di lavoro, la cura della figlioletta e l’assistenza al padre malato sempre meno autosufficiente e sempre più bisognoso di cure costanti. Un casuale incontro con un vecchio amico in crisi coniugale si trasforma ben presto in un’appassionata e travolgente storia d’amore e Sandra si trova a vivere contemporaneamente il dolore e la sofferenza per la progressiva perdita della figura paterna, con la quale, a causa della malattia, non riesce più a instaurare una relazione, e la gioia e l’entusiasmo per il nuovo amore che nasce ma che non può evolversi come vorrebbe a causa dell’instabilità dovuta al preesistente legame matrimoniale del partner.

La storia così semplicemente e succintamente riassunta consente alla Hansen-Løve di mettere molta carne al fuoco e di offrirci spunti di riflessione su diversi temi: l’amore e il sesso, le relazioni tra figli e genitori, la brutalità della malattia, la mortalità, l’eredità materiale e morale che i nostri cari ci lasciano quando non sono più padroni della propria mente, la difficoltà di farci carico del dolore altrui, il bisogno di trovare la forza di convivere con i ricordi, anche se dolorosi, la necessità di poter guardare a un bel mattino con ottimismo e positività.

Tutto quanto sopra elencato è in qualche modo presente nel film e possiamo certamente apprezzare la sobrietà e il tatto con cui la Hansen-Løve riesce a mostrarci la fragilità di Sandra, le sue paure e incertezze, la sua sofferenza, il suo contrastato dibattimento interiore tra il dolore per la perdita inevitabile alla quale le pare impossibile doversi arrendere e l’entusiasmo per un rapporto che sembra poter dar vita di nuovo a qualcosa che pensava ormai definitivamente perduto.

Melvil Poupaud Camille Leban e Léa Seydoux in Un bel mattino di Mia Hansen-Løve
Melvil Poupaud Camille Leban e Léa Seydoux in Un bel mattino di Mia Hansen-Løve

È un travaglio interiore che porta a volte perfino a reazioni e comportamenti eccessivi o irrazionali e che solo una grande interpretazione attoriale può rendere credibile. E Léa Seydoux, nata a Parigi nel 1985, con alle spalle una quarantina di film e nota al grande pubblico per aver ricoperto l’ambito ruolo di bond girl negli ultimi due film della serie 007 (Spectre e No Time to Die), offre qui una prova d’attrice davvero superba, con una recitazione molto naturale, ricca di sfumature e sempre molto misurata. La Seidoux si mostra capace di svelarci i suoi pensieri con un semplice sguardo o con la semplicità di un gesto e non appare mai sopra le righe.

E allora che cosa non convince appieno in Un bel mattino?
Credo si tratti della parzialità del racconto, del suo restare costantemente alla superficie dei fatti, senza approfondirli, senza mai indagare a fondo sulle motivazioni che muovono i vari protagonisti e, quindi, sulle conseguenze delle loro azioni.

Un bel mattino è un film che gioca sulla sottrazione, pone molti temi ma non li risolve, ci mostra alcuni comportamenti ma ce ne nasconde tanti altri, non prende mai posizione, non scava nella psicologia dei personaggi e, così facendo, non ci consente di entrare in sintonia con loro, trascura totalmente figure di contorno che in realtà non sono, né possono essere, tali. Basti pensare che la moglie e il figlio dell’amico-amante di Sandra non compaiono mai e la loro assenza ci impedisce di comprendere sia il suo travaglio interiore e le ragioni della sua crisi e della sua scelta, sia il totale e inspiegabile disinteresse di Sandra nei loro confronti.

Un bel mattino è un’opera che definirei minimalista. Ma questa definizione, che in campo musicale può anche risultare sufficiente a inquadrare e a farci comprendere un determinato brano, applicata al cinema risulta estremamente riduttiva: può assumere un valore estetico e caratterizzare l’atmosfera, il ritmo, il modo di esporre e narrare una storia ma non può giustificare l’assenza di risposte, almeno ipotetiche, ai temi esposti.

Il finale ci presenta, sei mesi dopo tutto quanto narrato in precedenza (come precisatoci da apposita didascalia), Sandra, la figlioletta e l’amico (che non ci è dato sapere se sia nel frattempo divenuto il definitivo nuovo compagno) affacciati davanti alla Basilica del Sacré-Coeur a rimirare felici il paesaggio di Parigi. Vorrebbe forse essere un’ottimistica apertura a un radioso futuro? Mi pare una chiave di lettura eccessivamente banale per un film che certamente non vuole essere tale. D’altronde se si sceglie, come sembra aver fatto la Hansen-Løve, la strada della leggerezza anche di fronte a questioni che nulla hanno di leggero il rischio di incorrere nella banalità o comunque di risultare superficiali si finisce inevitabilmente per correrlo.

GianLuigi Bozzi

Un bel mattino di Mia Hansen-LøveUn bel mattino
Titolo originale Un beau matin
Lingua originale francese
Paese Francia, Germania
Anno 2022
Durata 112 min
Genere drammatico
Regia Mia Hansen-Løve
Sceneggiatura Mia Hansen-Løve
Produttore David Thion, Philippe Martin
Casa di produzione Les Films Pelleas, Razor Film Produktion, Arte France Cinéma
Distribuzione in italiano Teodora Film
Fotografia Denis Lenoir
Montaggio Marion Monnier
Scenografia Mila Preli
Costumi Judith De Luze
Interpreti e personaggi
Léa Seydoux: Sandra
Melvil Poupaud: Clément
Pascal Greggory: Georg
Nicole Garcia: Françoise
Camille Leban Martins: Linn

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