
Diamo l’addio a uno dei più grandi artisti italiani degli ultimi quarant’anni: Franco Battiato, cantautore, poeta, scrittore, filosofo, pittore e tanto altro. Le sue parole, non importa se in musica o no, restano indelebili nella cultura tutta e sicuramente fondanti in quella del nostro Paese. Dalla sua casa-eremo alle pendici dell’Etna, è stato un autore sferico e un grande intellettuale, sapendo intercettare gli stimoli della società coeva, fondandoli con gli studi e la conoscenza di popoli, tradizioni e linguaggi arcaici. Franco Battiato ha vissuto da asceta, filosofo forse inconsapevole ma comunque mai troppo distaccato da tangibili vicende di vita, anche politiche. È stato principalmente però cantautore: in questo ruolo ha saputo senz’altro precorrere e anticipare, attraverso sofisticate sperimentazioni, indagini nelle sonorità e nelle strumentazioni, un tempo ai più ancora remote. Restano le tante parole, recitate e interpretate molto spesso come sentenze, pronunciate soprattutto contro il degrado culturale ma anche politico e dei potenti. Dalla smisurata umanità, questo abitante senza tempo della Magna Grecia lo ricordiamo, tra le altre memorabili partecipazioni, impegnato in prima linea al concerto di Bagdad con l’associazione “Un ponte per…” del 1992, con la eco della guerra ancora rumoreggiante. Mancherà. Come mancano tutti i più grandi maestri.
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