Un Sei Nazioni in agrodolce

rugby stadio

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Si è conclusa in Scozia l'edizione 2011 del Torneo delle Sei Nazioni di rugby. Una doccia scozzese che ha gelato i sogni dei tanti tifosi della Nazionale, dopo l'esaltante vittoria contro la Francia al Flaminio di Roma.
Un match giocato a metà dal nostro XV, rimasto evidentemente con la testa negli spogliatoi nella seconda parte della gara. Nel primo tempo infatti una Scozia timorosa e sotto tono si faceva mettere sotto, almeno sul punteggio, da una Italia non brillantissima ma che andava a marcare il territorio segnando una bella meta di al 10′ (mancata la trasformazione) e raccogliere tre punti per un penalty al 30′ calciato da . Masi usciva allo stesso minuto per infortunio ed è stato un po' come spegnere la luce sulle idee e sullo spirito del gioco dell'Italia che fino a quel momento aveva approfittato, senza infierire, di un avversario in paranoia. Scozia 6 – Italia 8 il parziale.

Nel secondo tempo tutt'altro registro: l'Italia prendeva una meta da De Luca dopo sei minuti, un'altra da Walker dopo meno di dieci minuti, chiusura del match al 67′ con un calcio di punizione infilato dal mitico cecchino Patterson (che nel primo tempo aveva ciccato insolitamente). Il nostro XV segnava zero punti in 40 minuti regalando agli avversari le opportunità per andare in meta e perdendo palloni incredibili in fase d'attacco. Quando poi l'Italia nel finale è riuscita a bucare con McLean, il buon “vecchio” Patterson ha mostrato a tutti come si effettua un placcaggio in prossimità della linea di meta: devastante, soprattutto per la psiche. Il povero McLean ricorderà a lungo questo placcaggio (e anche l'occasione persa per non essersi accorto di un sostegno interno).

Insomma, buttata al vento una occasione per fare un significativo balzo in avanti nella classifica internazionale (attualmente al 12° posto) e guardare con maggiore entusiasmo ai vicinissimi mondiali neozelandesi di settembre.

Questa edizione movimentata del Sei Nazione ci regala anche un giallo: secondo la stampa anglosassone, nonché sul sito ufficiale del torneo, all'Italrugby è toccato anche lo sgradito . Vi sono però forti dubbi sull'interpretazione dello sberleffo: Stefano Semeraro, giornalista de “La Stampa” in un suo recente articolo attribuisce, con dovizia storica ed intelligenza logica, il “Wooden spoon” alla squadra che perde tutte le partite in una competizione. Inoltre ci ricorda che nel 1973 tutte e cinque le nazioni arrivarono a pari punti, quindi tutte vincitrici e tutte con il cucchiaio di legno? C'è il sospetto che la nostra nazionale incominci a far davvero paura allo strapotere anglofrancese o perlomeno si vuole stuzzicare un'Italia che, tutto sommato, quest'anno è crollata solo a Londra e che ha messo in seria difficoltà tutte le altre. Non è più tempo di passeggiate allegre.  Andrea Masi è stato premiato con il titolo di miglior giocatore del torneo, con grande soddisfazione dell'estremo nato all'Aquila, schierato spesso in altri ruoli dal coach Mallett, ma decisivo nel suo ruolo naturale contro la Francia e, finché è rimasto in campo, ad Edimburgo. Al mondiale sarebbe bello ritrovarlo nel ruolo che lo ha giustamente consacrato a livello internazionale.

Un mondiale che a settembre vedrà l'Italia impegnata nello stesso girone (C) con Australia, Irlanda, Russia e U.S.A. . Prima partita l'11 settembre contro la magnifica Australia. Invece il prossimo 13 agosto a Cesena Test Match contro il Giappone (che ci precede all'11° posto a livello mondiale) un'occasione per confermare, eventualmente, il nostro primato e scaldare cuore e gambe per l'esordio impegnativo agli antipodi. Nel frattempo si può godere e sognare con la Nazionale femminile che ha sconfitto in Scozia le colleghe 26 a 0.

Massimiliano Scanavini

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