USA. Biden: il discorso parla agli americani

Stati Uniti Casa Bianca

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La giornalista, corrispondente dagli per il Manifesto, Marina Catucci, riferendosi al discorso sull'Unione ha scritto  che «è stato forse il miglior discorso della presidenza di , che quando usa il suo lato empatico riesce a dare il meglio di sé. Ma non è stata solo una questione di toni e di retorica» [1]. In una seduta congiunta di Camera dei Rappresentanti e Senato il presidente in quasi settantacinque minuti di discorso ha stilato un programma politico progressista

«che include tasse più alte per i ricchi e pene per quelli fra di loro che le evadono, sanzioni per i profittatori della pandemia e fine della tolleranza per big pharma, promettendo al contempo di sancire i diritti dei lavoratori, proteggere il diritto all'aborto, estendere e proteggere la sanità garantita dall'Obamacare e creare un futuro di energia pulita» [2].

Ma fino a che non seguiranno i fatti, “le chiacchiere stanno a zero”. La Camera è nelle mani dei Repubblicani che degli appelli bipartisan fatti da Bidenfiniamo il lavoro») non ne faranno nulla. Lo si sentito dai pochi applausi ma anche dall'atteggiamento del repubblicano Kevin McCarthy e Speaker della Camera sempre seduto durante il discorso. In diverse occasioni il discorso è stato offuscato dagli scherni dei Repubblicani,

«soffocando alcuni dei momenti più importanti del presidente e prefigurando due lunghi anni a venire sotto un governo diviso». Tanto che il Presidente si è rivolto anche direttamente quando ha detto «i repubblicani vogliono che Medicare e la previdenza sociale cessino»

finendo con l'essere inondato dai fischi dei suoi avversari. [3]. L'idillio mancato non è solo con i Repubblicani perché, secondo un sondaggio del Washington Post-Abc News il giorno stesso del discorso, ma anche con gli americani. Sei su dieci degli intervistati pensano che Biden abbia realizzato poco o niente del suo programma.

Nel suo discorso ha voluto ricordare al Paese ma soprattutto a Trump e al partito Repubblicano (GOP), quale fosse la situazione due anni fa.

«Due anni fa la nostra economia vacillava. […]  abbiamo creato un record di 12 milioni di nuovi posti di lavoro, più posti di lavoro creati in due anni di quanti ne abbia mai creati un presidente in quattro anni. Due anni fa il Covid aveva chiuso le nostre attività, chiuso le nostre scuole e aveva derubato tanto delle nostre vite. Oggi la Covid non controlla più le nostre vite. E due anni fa, la nostra democrazia ha affrontato la sua più grande minaccia dai tempi della Guerra Civile. Oggi, sebbene ferita, la nostra democrazia rimane indomita e ininterrotta».

Affermazioni che non sempre vanno prese alla lettera come dimostra un'analisi fatta da Glenn Kessler sul  Washington Post che a proposito di una serie di dati economici, inclusi il numero dei nuovi posti di lavoro, ne mette in dubbio la corretta collocazione temporale, le effettive cause o addirittura l'autenticità. Un esempio è quella collegata alle esportazioni. Il Presidente ha affermato che «per troppi decenni abbiamo importato prodotti ed esportato posti di lavoro. Ora, grazie a tutto quello che abbiamo fatto, esportiamo prodotti americani e creiamo posti di lavoro americani». L'autore specifica invece che

«Biden è un po' sfuggente qui perché racconta solo metà della storia. Le esportazioni sono in aumento, […]. Ma ciò non significa necessariamente che i manufatti non vengano più spediti all'estero. Anche le importazioni sono in aumento e il deficit commerciale è a un livello record. Secondo il Census Bureau, le esportazioni di beni e servizi sono passate da 2,16 trilioni di dollari nel 2020 a 2,56 trilioni di dollari nel 2021, con un aumento del 18,5%, a 3,01 trilioni di dollari nel 2022, con un aumento del 17,6%. Ma, non menzionato da Biden, anche le importazioni sono aumentate ogni anno: da $ 2,81 trilioni nel 2020 a $ 3,40 trilioni nel 2021, un aumento del 21% e $ 3,96 trilioni nel 2022, un aumento del 16,5%. Ciò significa che il deficit commerciale sotto Biden è aumentato da $ 654 miliardi nel 2020 a $ 845 miliardi nel 2021 – e di nuovo a $ 948 miliardi nel 2022. Questo è un record – e un aumento del 45% durante la sua presidenza» [4].

A proposito di produzioni made in USA – con una bella dose di protezionismo – ha detto di voler applicare nuovi regolamenti affinché  «tutti i materiali da costruzione utilizzati nei progetti infrastrutturali federali siano fabbricati negli Stati Uniti. […]. Sotto la mia sorveglianza, le autostrade americane, i ponti americani e le autostrade americane saranno realizzati con prodotti americani».
Ha difeso il programma di sussidi (369 miliardi di dollari),  l'Inflation Reduction Act (IRA), indirizzato alle aziende statunitensi che producono tecnologie per la transizione energetica. Un provvedimento che sta provocando non pochi malumori a Bruxelles, perché è ritenuto lesivo della concorrenza per le aziende europee degli stessi settori che commerciano e investono dall'altra parte dell'Oceano.

Nel suo discorso ha chiarito che per favorire la classe media, coloro che sono indietro continuando ad investire nella sanità anche per una lotta al cancro e alla diffusione di oppioidi più efficace. Si è definito un capitalista, ma il sistema fiscale per lui è iniquo e che «nessun miliardario dovrebbe pagare meno tasse di un insegnante o di un pompiere». Affermazione contestata con dati di fatto, sempre da Kessler ma resta il fatto che i livelli di tassazione per i milionari e i miliardari non arrivano mai mediamente al 30%. Ha aspramente criticato grandi compagnie che hanno approfittato dei prezzi delle materie prime energetiche, degli alti prezzi di vendita da parte delle Big Pharma e delle piattaforme digitali che continuano a raccogliere troppe informazioni personali, in particolar modo sui bambini. Ma anche su tutto questo anche sul tema del controllo delle armi, mezzo di distruzione di massa negli Stati Uniti, vedremo se sarà in grado di far approvare le leggi.

Martedì 7 febbraio Biden ha anche evitato di parlare della questione delle carte riservate che aveva in casa e in un ufficio privato dai tempi in cui era vicepresidente e senatore. E molto poco ha parlato della guerra in Ucraina sottolineando il sostegno per la difesa del paese dall'invasione russa. Come poco ha parlato del confronto con la Cina dopo la recente storia dei presunti palloni spia. Ha ribadito che Washington è in competizione, non cerca il conflitto ma «non commettere errori: come abbiamo chiarito la scorsa settimana, se la Cina minaccia la nostra sovranità, agiremo per proteggere il nostro Paese. E così abbiamo fatto», riferendosi al pallone abbattuto.

A ottant'anni compiuti è un presidente energico. A breve andrà negli stati del Wisconsin e della Florida dove si giocherà una parte rilevante delle prossime elezioni per le quali si aspetta l'annuncio della sua candidatura al secondo mandato. A dire la verità, non è sono tutti contenti anche tra i Democratitci. Lo stesso sondaggio di cui sopra ha dato come risultato il fatto che «il 58% dei democratici e degli indipendenti di tendenza democratica vuole un altro candidato per il partito. Circa due terzi degli intervistati ha affermato che non sarebbe entusiasta o arrabbiato se Biden vincesse nel 2024, mentre solo un terzo ha affermato che sarebbe soddisfatto o entusiasta» [5]. Ma non c'è nessun candidato alternativo al momento che ha deciso di sfidarlo.
Pasquale Esposito

[1] Marina Catucci, Biden rispolvera l'agenda progressista e sfida i repubblicani a collaborare sui temi condivisi, 8 febbraio 2023
[2] Marina Catucci, ibidem
[3] SARAH FERRIS, BURGESS EVERETT e MEREDITH LEE HILL, The state of Biden's union with a GOP Congress: It's tense , 8 febbraio 2023
[4] Glenn Kessler, Fact-checking President Biden's 2023 State of the Union address, 7 febbraio 2023
[5] Pema Levy, A New Poll Finds That Democrats Really Don't Want Biden to Run Again, 5 febbraio  2023v

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