
La strada verso la pace nella penisola coreana si è fatta nuovamente perigliosa e a tratti buia. Kim Jong-un dopo le 2018 Max Thunder, esercitazioni congiunte iniziate lo scorso 11 Maggio, tra Corea del Sud e USA ha deciso far saltare i colloqui con Seul e ha messo in dubbio il vertice con Trump del 12 Giugno a Singapore.
I responsabili sudcoreani del ministero dell’Unificazione hanno avuto una reazione piuttosto piccata in quanto, a loro dire, la Dichiarazione di Panmunjom concordata dai leader dei due Paesi lo scorso 27 aprile, non prevede un’eventualità del genere.
Con buona probabilità, la regione vera di questo passo indietro (le parti continuano a parlarsi in segreto) è il tema della denuclearizzazione unilaterale della Corea del Nord. Infatti Pyongyang, hanno fatto sapere alti funzionari, può accettare un accordo che preveda rigidi controlli sulle sue attività rivolte alla creazione di ordigni nucleari solo nel caso in cui Washington abbandoni militarmente la Corea del Sud.

La risposta di Trump non si è fatta attendere e sempre con le sue modalità e leggerezze che in questi casi complicano le cose. Nella sostanza ha di fatto minacciato Kim Jong-un che in caso di mancato accordo sulle armi nucleari potrebbe avere lo stesso destino di Muammar Gheddafi.
Il riferimento è al modello di accordo, datato 2003, con il leader libico e nel quale era previsto anche l’invio negli Stati Uniti delle centrifughe e a cui ha fatto cenno John Bolton. Ma la risposta di Trump potrebbe essere intesa come una minaccia se invece si fa riferimento a quello che è accaduto a Gheddafi e in Libia e, cioè, dopo aver sottoscritto gli accordi internazionali sulle armi non convenzionali, il leader è stato praticamente fatto fuori grazie al supporto di pesanti azioni militari dell’Occidente. Tra l’altro l’attuale Consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton è stato anche Rappresentante permanente per gli Stati Uniti d’America alle Nazioni Unite negli anni 2005–2006 sotto la Presidenza Bush junior durante la quale oltre alla guerra in Iraq ci fu uno dei momenti peggiori delle relazioni con la Corea del Nord che faceva esperimenti nucleari. Il cerchio sembra chiudersi.
Nel frattempo il ministero dell’Unificazione della Corea del Sud di Pyongyang ha reso noto di aver rifiutato la lista di giornalisti di Seul che avrebbero dovuto presenziare la cerimonia di chiusura del sito dei test nucleari di Punggye-ri, prevista per il 23-25 maggio.
Il presidente sudcoreano Moon Jae-in andrà a Washington nei prossimi giorni e probabilmente proverà ad allentare la tensione e rimettere su un binario più consono alla pace le relazioni USA-Corea del Nord e confermare il vertice del 12 giugno a Singapore ed eventualmente una sua riuscita.
Pasquale Esposito
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie