
Alberto Ferrari, cantante e chitarrista dei Verdena, non ha molta voglia di ripetere i ritornelli nelle canzoni ma i brani di Wow li si ascolta spesso come non era mai capitato al gruppo. Un tour che si va dilatando lungo tutto lo stivale e quasi sempre tutto esaurito, presenza in trasmissioni televisive, vendite da hit popolari ma Ferrari non sa bene perché, <<ho pensato anche il Teatro degli orrori che comunque hanno aperto un sacco di spiragli alla musica rock italiana, come pure gli Afterhours a Sanremo, ci sono tante cose, magari è una cosa che tira l'altra, … la gente si sta informando>> [1].
Le sonorità sono esattamente quelle che avevano in mente come già accaduto per Requiem e questo fa dire a Ferrari che siamo di fronte ai veri Verdena. Suoni che vedono novità nel pianoforte da cui sono nati molti brani, il synth “kraut” di Luca Ferrari e i cori. Sempre più precisione nell'uso delle parole che hanno avuto qualche digressione mogoliana <<sono più bianche, più amorose. In questo schifo, volevo dare qualche segnale positivo in più. Ovviamente senza l'ironia di Mogol e con un po' di oscurità in più>> [2].
Salvo qualche calo di tensione nel secondo cd ci troviamo di fronte ad un ottimo disco secondo Bordone. Coraggio ripagato per 27 canzoni, quello che stupisce è <<la deriva nostalgica verso certo elegante pop italiano tra anni '60 e '70 rivisitato con un'indolenza psichedelica spesso grandiosa…>>. Le citazioni sono per Per Sbaglio, E' Solo Lunedì e La Volta [3].
E il coraggio è un termine che ricorre anche nella recensione di Asquini che li vede primeggiare sempre con una musica diventata più dolce e le <<strutture melodiche marcatamente pop>>. Molti sono i brani segnalati, compresi Lui Gareggia, Attonito e Mi Coltivo che si guardano indietro. E poi a titolo di esempio <<gli echi Air di Adoratorio e la bellissima chitarra spagnoleggiante di Razzi Arpia Inferno Fiamme, … Miglioramento che gioca di rimpiattino tra Arcade Fire e prog zuccherato, Le Scarpe Volanti che omaggiano il Battiato…>> [4].
All'interno di una cifra stilistica piuttosto complessa e richiamante varie influenze, come sempre per i Verdena, WOW è pieno di sorprese ed è al culmine quando <<la melodia prevarica tutto: Razzi Arpia Inferno Fiamme è la piccola gemma folk pop del cd (quasi Radiohead nei cori)>>. Così Valtorta scrive di un album di spessore per le sue <<stratificazioni>>, ma che comunque con il suo pop psichedelico resta delicato [5].
La lunga e appassionata recensione di Pastore lo porta a concludere che con WOW, e non solo, i Verdena si innalzano a miglior band del panorama rock italiano. Le citazioni, i frammenti provengono da mondi sonori diversissimi facendone un capolavoro. I Beach Boys (citati dallo stesso Alberto Ferrari, ndr) per i cori, i Flaming Lips, i Nirvana, gli Interpol in Loniterp che <<contiene citazioni al White Album dei Beatles e Sympathy For The Devil dei Rolling Stones>> [6].
I Verdena con WOW sono riusciti a superare i possibili limiti che poteva imporgli la loro musica di rabbia e di potenza portando a compimento un disco strepitoso che, secondo Rigamonti, si apre alla melodia e questo grazie alla <<influenza del pop anni '70, che si manifesta in pianoforti mai così protagonisti delle canzoni, sia che si tratti di influenze Beatlesiane (l'iniziale Scegli Me (Un Mondo Che Non Vuoi) o Grattacielo), sia che siano luminosi e cristallini come in una canzone degli Abba…[come nel] luccichio abbagliante di Le Scarpe Volanti o le meravigliose variazioni di velocità di Rossella Roll Over>>.
Se questo è il marchio di fabbrica del disco non manca quello della band storica e cioè un certo rock alternative rock, alcune divagazioni psichedeliche e il grunge e non mancano pure sperimentazioni con in A Cappello <<un canto a cappella nonsense>>, o per esempio <<la trasformazione di un brano rock lineare a puro delirio di trombetta e voce in Loniterp>>. Un opera di <<ispirazione monumentale>> [7].
Per Solventi sono ancora una volta bravi ma grandi ancora non lo sono diventati: <<la sensazione è che stiano spendendo energie ad afferrare un linguaggio – a dimostrarsene in grado – sempre più complesso e strutturato. Che in effetti padroneggiano e anche con disinvoltura, ma che non gli appartiene>>.
Il gruppo sta percorrendo strade che si inerpicano per ogni dove e si fanno incontri di ogni genere dai Motorpsycho a Jimi Hendrix, agli Animal Collective, ai Jefferson Airplanee ai Radiohead, Flaming Lips fino ai Beatles dell'incipit di Rossella Roll Over che <<ricicla distorcendolo quello di Ob-La-Di, Ob-La-Da>>. E si odono anche generi musicali diversi. <<Un'autentica goduria auditiva, se si è in cerca di strattoni spasmodici, di vampe oniriche e aspre mirabilie>> [8].
Prima di chiudere una nota strettamente personale: la ciliegina sulla torta del gruppo di Albino è il loro distacco rispetto a Facebook. Non vi curate di noi e ascoltate.
Ciro Ardiglione
genere: rock
Verdena
WOW
etichetta: Universal
data di pubblicazione: 18 gennaio 2011
brani: 13 + 14
durata: 77:16
cd: doppio
[1] intervista a Alberto Ferrari di Alfonso Senatore ,www.delrock.it, 24 febbraio 2011
[2] intervista di Marco Lo Giudice, “Una stupefacente metamorfosi psichedelica”, www.ondarock.it
[3] Matteo Bordone, Rolling Stone, gennaio 2011, pag. 121
[4] Alberto Asquini, www.ondaock.it, 17 gennaio 2011
[5] Luva Valtorta, “<<WOW>>, nell'ultimo dei Verdena c'è una sorpresa in ogni brano”, Il Venerdì, 28 gennaio 2011, pag. 119
[6] Carlo Pastore, www.rockit.it, 10 gennaio 2011
[7] Fabio Rigamonti, www.spaziorock.it, 18 gennaio 2011
[8] Stefano Solventi, www.sentireascoltare.com, 16 gennaio 2011
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