Cornea in collagene purificato: i primi positivi risultati per i pazienti

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La cecità dovuta a degenerazione della cornea può essere ovviata da un trapianto. Ma come per altre malattie e degenerazioni la mancanza di un numero sufficiente di donazioni impedisce a molti malati di poter ricevere un organo e di poter migliorare la propria esistenza. I dati relativi alle donazioni sono purtroppo impietosi: circa 12,7 milioni di persone nel mondo sono in attesa di una donazione di cornea mentre vi è disponibilità di una cornea all’incirca ogni 70 richieste [1].

Qualche notizia ora lascia aperte concrete speranze per i pazienti. In Svezia alcuni ricercatori della Linköping University ( LIU) e dell’azienda LinkoCare Life Sciences, hanno messo a punto una metodica che è in grado di realizzare una cornea in collagene purificato, proveniente dalla pelle dei maiali, in grado di dare risultati molto simili ad una cornea di provenienza naturale [2].
L’Università che ha messo a punto la metodica e redatto lo studio presenta i primi risultati positivi nelle sperimentazioni in atto che riportano di pazienti, alcuni dei quali affetti da cecità, che hanno recuperato una funzione visiva.

Lo studio riguarda una ventina di persone di origine indiana ed iraniana, tutti affetti da cheratocono, dei quali quattordici erano classificati come ciechi. Il cheratocono è una malattia degenerativa progressiva della cornea che trasforma la sua forma, convessa anteriormente e concava nella parte posteriore, in un cono che potrà anche finire con l’avere un apice protrudente.
I risultati sul trattamento dei quattordici pazienti dicono di un miglioramento visivo dopo l’innesto paragonabile a quello che si sarebbe ottenuto con un organo da donatore. Tutti i pazienti hanno recuperato una capacità visiva che in tre di essi è stata pari alla perfezione dei dieci decimi (10/10). Quanto constatato ha generato entusiasmo tra gli interessati potenziali ed i partecipanti allo studio secondo i quali si è dimostrato che si possa ovviare alla carenza di tessuto corneale tanto più che il biomateriale artificiale può essere prodotto ed anche conservato per due anni. Si ipotizza anche che l’utilizzo possa essere esteso ad altre persone con problemi visivi. È quanto afferma un curatore dello studio, Neil Lagali, del dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche della LiU.

Nature Biotechnology pubblica l’11 agosto, a firma di Rafat, M., Jabbarvand, M., Sharma, Neil Lagali ed altri, l’articolo dettagliato di quanto sperimentato  [3].  Si tratta della descrizione di come sia stato realizzato un impianto tissutale corneale bioingegnerizzato da collagene suino senza cellule e del suo impianto mini invasivo ( BPCDX) per la risoluzione di problemi visivi in soggetti con degenerazione della cornea. L’impianto su 20 soggetti ha mostrato un rimodellamento dello stroma corneale originario. Non è stato rimosso il tessuto esistente e non sono state utilizzate suture. Nei successivi due anni non sono stati riscontrati eventi avversi ma solo miglioramento dello spessore corneale, una tolleranza all’utilizzo delle lenti a contatto ed un ripristino visivo inequivocabile.

Questi risultati per la soluzione di problemi di trasparenza corneale, data l’elevata incidenza della patologia nel mondo intero, dall’ Asia all’Africa e al Medio Oriente, hanno ravvivato speranze importanti. La ragione è che in genere, nei paesi a reddito medio basso, anche i trapianti sono ipotesi di difficile realizzazione. La possibilità di affidarsi ad interventi a realizzazione facilitata sarebbe un indubbio vantaggio. Oltre alle difficoltà sul reperimento di donazioni di cornee, in questi paesi bisogna fare i conti con la mancanza di infrastrutture per il loro trattamento in attesa che possano essere impiantati. Inoltre il rischio del rigetto dell’organo, e questo vale in qualsiasi contesto,  è sempre in agguato come pure quello legato all’uso continuativo di immunosoppressori per il resto della vita nel tentativo di evitare che il nuovo organo venga attaccato dai sistemi di difesa del paziente ricevente.

La soluzione arriva ancora una volta dal maiale, dalla sua pelle, utilizzando un collagene naturale purificato e privo di cellule, la proteina principale presente nella cornea, che ha anche il vantaggio di essere già stato utilizzato in altre pratiche mediche (medicazione ferite; glaucoma) e per questo pure validato. Si tratta di materiale morbido che può degenerare facilmente e per ovviare a questo è stato trattato con doppia reticolazione chimica e fotochimica che conferisse trasparenza e malleabilità impiantabile. La tecnica descritta e denominata BPCDX che, con la doppia reticolazione, ottiene una stabilizzazione del collagene in una forma viscosa a bassa citotossicità. Il doppio reticolato fotochimico utilizza una procedura con UVA-riboflavina. Questo prodotto garantirebbe un ispessimento corneale, il suo rimodellamento ed una rapida guarigione dalle ferite. L’ottenimento del prodotto da impiantare si è realizzato attraverso il trattamento di una sostanza liofilizzata di collagene dermico suino proveniente dalla Corea del Sud, sciolto a temperatura ambiente in una soluzione al 5% e successivamente sottoposto ad evaporazione realizzata sotto vuoto e controllata.

Anche la tecnica di impianto mostra una scarsa invasività. È stata utilizzata una chirurgia intrastromale priva di suture, che non lede i nervi corneali, attraverso la realizzazione di una tasca intrastromale, all’interno della cornea da curare, in cui inserire un BPCDX sufficientemente spesso e di diametro adeguato. La tasca è stata creata attraverso una dissezione lamellare medio stromale grazie ad un laser e risulterebbe possibile senza un ricorso ad un addestramento complesso dei chirurghi oftalmici. Anche dal punto di vista della sicurezza gli autori riportano dati positivi. Non è stata riscontrata finora perdita di trasparenza, ovviamente nessun rigetto, induzione di vascolarizzazione, oppure assottigliamento. La resistenza alla degradazione, almeno per i due anni successivi all’impianto, è rimasta integra.
Emidio Maria Di Loreto

Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi necessità sul proprio stato di salute, su modifiche della propria cura o regime alimentare, si consiglia di rivolgersi al proprio medico o dietologo.

[1] https://notizie.tiscali.it/salute/articoli/7fcfd7db-1a40-11ed-86c8-005056a86fbe/?chn
[2] https://www.salute.eu/2022/08/11/news/cornea_artificiale_il_primo_test_restituisce_la_vista_a_14_persone-361302360/?ref=lnpr&__vfz=medium=sharebar
[3] https://www.nature.com/articles/s41587-022-01408-w

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