Yoga: il respiro di fuoco

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La disciplina dello permette di scegliere la giusta tecnica di pranayama a seconda di ciò che si vuole ottenere. Ad esempio, quando ci si sente stanchi, scarichi, provati o “fuori tono” è il respiro di fuoco la pratica adatta.

Prima di raccontare come si può praticare e come rendere la pratica eccellente al fine di raggiungere i benefici promessi, una piccola presentazione del perché il respiro di fuoco “carica” l'organismo e l'asse anima-cuore-mente-corpo.
Per l'umanologia yogica, nel nostro sistema olisticamente inteso, si incrociano e si alternano funzionalmente due Nadi, o Canali lunghi, Ida, Nadi di energia in uscita e Pingala, Nadi deputata all'energia in entrata. Ida è “fredda“, espelle dall'interno del sistema verso l'esterno, Pingala è calda, assorbe dall'esterno “per” il sistema, ovvero compie il lavoro contrario.
Il respiro lento lungo e profondo bilancia Ida e Pingala, usa, peraltro entrambe le narici. Il respiro di fuoco, pur usando entrambe le narici, sbilancia Pingala a favore di Ida.

Come si fa il respiro di fuoco? Breath Of Fire, BOF abbreviato.
La tecnica, che si costruisce e si perfeziona mediamente in quattro/sei mesi, praticando ogni giorno a partire da 3 minuti fino a 31 consecutivi, parte con una lunga inspirazione; poi, contemporaneamente, si espira con forza e ritmo, dal naso e si “tira” l'ombelico all'interno dell'addome, producendo un innalzamento della cassa toracica. Dopo pochi istanti si percepirà un forte calore svilupparsi dall'addome e propagarsi in tutto il corpo.
Chi legge può chiedersi: si espira solamente e non si inspira mai? Esattamente. Non è magia è semplicemente manipolazione sapiente dell'energia vitale. Espirando potentemente a ritmo, dal naso e tirando all'indentro l'ombelico, le Nadi attivano il Prana, ovvero l'energia di riserva che ciascuno ha in deposito nel terzo chakra, Manipura, proprio in linea con l'ombelico. Manipura, cioè gioiello, contiene e protegge, secondo le scritture, arrotolato il serpente, la Shakti, cioè l'energia dormiente. Il Respiro di fuoco lo “scioglie, lo sguinzaglia, lo
libera” in senso metaforico ovviamente.
Ecco spiegato perché gli Yogi, i Rishi e altre persone dedicate completamente alla pratica del Respiro di Fuoco sono ritratte sulla neve con indosso pochi indumenti, in posizione del loto e sotto la loro seduta la neve si scioglie. È la temperatura del corpo, cosi' guidato dal respiro di fuoco, che si alza, si mantiene alta e scioglie la neve. È stata, anticamente, una pratica di sopravvivenza alle intemperie. Così come, lo yoga recupera alcune pratiche di dai beduini che per attraversare il deserto conoscevano tecniche per abbassare la temperatura corporea.

yogaLe posizioni per praticarlo al meglio sono in seduta semplice a gambe incrociate, nella posizione della Roccia, seduti sulle caviglie, anche nella posizione dell'Arco o dell'Arciere, in piedi.

Il Respiro di Fuoco, con il suo perfezionamento nel tempo, diventa anche un prezioso strumento di ausilio alla prevenzione delle infezioni e di detossinizzazione del sangue; praticato dalla bocca aperta è utile per aerare anche le paratiroidi e i canali uditivi, oltre a “scaricare” un po' di rabbia o emozioni analoghe.

Ultima raccomandazione per le donne, è un potente attrattore di energia in entrata e NON va praticato durante il ciclo mensile: la Nadi Ida è attiva nello specifico e alzare il livello di Pingala crea confusione al sistema naturale.
È indicato, in conclusione, anche per aerare gli organi interni deputati ai processi metabolici di digestione e può potenziare la muscolatura del diaframma. Alcuni studi chiamano il respiro di fuoco “un massaggio al cuore“.

Stefania Ratini

Chakra: ruota energetica, centro in movimento
Manipura Chakra: punto dell'ombelico, elemento fuoco, qualità volontà attraverso la separazione tra l'acqua, il secondo chakra, il linguaggio, e l'azione nella realtà. È associato con il Sole, il colore giallo, l'oro, il topazio, il quarzo citrino e il quarzo rutilato, l'animale l'ariete.

Bibliografia
Patanjali yogasutra, Astrolabio
Yogi Bhajan “The Mind”

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